il settore bancario ha rellato moltissimo nelle ultime settimane, passando da 52 a 77 da fine ottobre. Stamattina le banche stanno sottoperformando gli altri indici.
La Bce ieri sera ha lasciato intendere che dall anno prossimo le banche potrebbero essere di nuovo autorizzate a pagare dividenti, ma al tempo stesso segnalano la necessità di aumenti di capitale o maggiori previsioni nei fondi ammortamento (intaccando i coefficienti...)
Euro-area banks will probably have to set aside more money to soak up losses when government pandemic support ends and the economy grapples with massively increased debt, the European Central Bank said - Bloomberg
sempre x onesta e disciplina nel seguire il percorso tecnico non posso esimermi da segnalare che siamo in close di ciclo mensile la prox settimana come segnalato da tempo non pensavo che il recupero fosse cosi poderoso però x il momento siamo ancora sotto i max 3668.75 fatti segnare il 9/11 e quindi finché rimaniamo qui sotto c'è la possibilità di un buono storno (oggi registriamo un po di stanchezza)poi se rompe e va su questo non saprei dirlo purtroppo.
Ieri sul Sole c'era un articolo interessante sulle varie possibilità di aggregazione nel settore bancario. Incollo un piccolo passaggio, non ho ben chiari i numeri di cui si parla ma certamente il settore potrebbe beneficiare della volontà del governo di spingere verso aggregazioni che rendano più solide le banche esistenti:
Le ragioni dell’accelerazione
Difficile del resto che qualcuno voglia correre il rischio di rimanere senza partner - e quindi più debole e aggredibile - in un mercato che al contrario chiede fusioni e sinergie (di costo) per far fronte a ricavi strutturalmente in calo. Ecco perché oggi tutti parlano con tutti, nella speranza di arrivare a stringere un deal con l’interlocutore “migliore” sul mercato. E di farlo il prima possibile: solo così si potrebbe sfruttare in pieno la chance, tutt’altro che secondaria, appena messa a disposizione del Governo, che ha deciso di incentivare le società i cui board approveranno nel corso del 2021 un’operazione di M&A: in palio c’è la (ghiotta) possibilità di trasformare fino al 2% degli attivi della società target in crediti d’imposta. Tradotto, significa che, calcola Mediobanca, in termini cumulati nelle pieghe dei bilanci bancari c’è un valore di crediti pari a 5 miliardi di euro trasformabili in patrimonio puro. Una serie di “tesoretti” che potrebbero più che compensare (in alcuni casi triplicare) i costi di ristrutturazione sostenuti dagli acquirenti. Se a questo si aggiunge il cambio di passo della Vigilanza Bce impresso dal presidente Andrea Enria (che ha reso più convenienti le operazioni di fusione consentendo alla banche di portare a patrimonio il badwill derivante da un’eventuale acquisizione) si capisce la corsa ai “fidanzamenti”. E il vortice di colloqui in atto.