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Temi di investimento per il 2013

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Autore Messaggio
Antonio Lengua
lun dic 17 2012, 09:52 Anteprima di stampa

Registrato il: dom dic 02 2007, 10:09
messaggi: 64
in questo thread raccogliamo tutti i commenti su temi di investimento per il 2013.

Prego di non aprire altri thread su questo tema ma continuare qui sotto usando la funzione POST REPLY e non la funzione NEW THREAD
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super1341
lun dic 17 2012, 09:57
Utenti Registrati #1433
Registrato il: ven mag 06 2011, 11:29
messaggi: 202
I commenti di venerdì sulla Cina li inserisci tu o dobbiamo reinserirli noi?
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super1341
lun dic 17 2012, 10:33
Utenti Registrati #1433
Registrato il: ven mag 06 2011, 11:29
messaggi: 202
Inauguro il thread con quest'articolo di un bravo analista e gestore, Francesco Caruso che ci parla del "portafoglio perfetto"; non è un tema dim investimento per il 2013 in quanto si riferisce a performances passate, ma può essere un'utile feedback anche per il futuro:
http://www.francescocaruso.ch/il-portafoglio-perfetto/
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Antonio Lengua
lun dic 17 2012, 03:00

Registrato il: dom dic 02 2007, 10:09
messaggi: 64
super, se li ricopiassi tu, mi faresti un grande favore !
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super1341
lun dic 17 2012, 03:07
Utenti Registrati #1433
Registrato il: ven mag 06 2011, 11:29
messaggi: 202
Antonio Lengua ha scritto ...

super, se li ricopiassi tu, mi faresti un grande favore !


Ok, no problem entro stasera lo faccio.
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super1341
lun dic 17 2012, 06:36
Utenti Registrati #1433
Registrato il: ven mag 06 2011, 11:29
messaggi: 202
Shanghai composite (raccolta dei commenti di venerdì 14/12):

già da un po di tempo avevo sentito che case USA consigliavano long shanghai short ES.
non è uno spread che sto studiando , ma mi sto dotando degil strumenti necessari per farlo..
penso che nei primi 2 mesi del 2013 riusciro' a produrre grafici degli spread sia su base daily che oraria, con abbinati i volumi (in modo da creaer un volume profile o almeno un market profile..)
e allora mi divertiro' con qs spread..

tra poco inoltre lancio un servizio di consulenza finanziaria per privati (a partire da 100k euro di capitale) , e lo studio della forza relativa diventa FONDAMENTALE !

shangai :
confermo che shangai è tra i mkt preferiti non solo dagli americani ma anche dai trolls.
Ci SON DATI SUI consumers interni promettenti e sul 12° piano quinquiennale che portera' il rapporto consumi interni /PIL dal 35% al 50% entro il 2015.
tenete conto che la cina onshore ha il rapporto piu' basso al mondo solo il vietnam c'e' l'ha piu' bass0 , esempio gli usa sono al 71% .
Non vado avanti con l'analisi che qualsiasi puo' capire se vede questi dati .
a buon intenditore poco parole per un investitore di lungo periodo e non per traders che lavorano con gli stop a leva.

per capirne qualcosa in piu' del fenomeno consumi interni cinesi avete delle analisi pubbliche nel link sottostante, direi ben fatte quelle professionali io ho accesso ma capirete che non posso divulgare .
https://www.fidelity-italia.it/investitoriprivati/fondi-quotazioni/in-focus/china-consumer-fund.page

LA CINA DI CUI PARLIAMO : è il mkt di shangai cioe' il csi 300, il mkt onshore non quello H quotato ad HK.
hai due modi gli etf ( cs csi 300 e db csi 300 ) dove replichi l'andamento dell'indice e qualche fondo tra cui sicuramente fidelity consumer china a gestione attiva e tematico sui consumi interni cinesi .
tutti gli stumenti hanno il riskio cambio sottostante valutario Cny anche se espressi in usd o euro.

Hai ragione, non li conoscevo questi 2 etf; hanno però dei volumi trattati molto bassi; comunque questo è il link:
http://www.borsaitaliana.it/borsa/etf.html?name=csi&lang=it&search=1

Premetto:
la nota è forse un pò lunghetta ma credo debba essere abbastanza esaustiva per chi desidera capire meglio di che si parla
in aggiunta ci sono poi alcune considerazioni relative ad un paio di ETF interessanti;


Le problematiche che interessano maggiormente sulla Cina in un’ottica di investimento sono essenzialmente tre: la prima è se convenga o meno investirci. La seconda è quale è stata l’effettiva performance dei diversi indici azionari negli ultimi anni.
Infine, nel caso la risposta alla prima domanda fosse affermativa, su quale prodotto eventualmente puntare.

Se la domanda iniziale è Cina si o no, si tende a rispondere affermativamente, nel senso che non si può escludere da un portafoglio azionario (o comunque dalla componente azionaria di un portafoglio bilanciato) un paese come la Cina, le cui dinamiche macroeconomiche nei prossimi anni supereranno anche quelle degli Stati Uniti diventando il primo paese al mondo in termini di PIL.
Esistono ovviamente degli evidenti squilibri interni, frutto soprattutto di una urbanizzazione molto veloce che ha creato inquinamento e eccesso di strutture in alcune aree del paese. Inoltre un processo di delocalizzazione produttiva durato anni, ha creato una offerta manifatturiera che talvolta non trova sbocco sul mercato, soprattutto se si tratta di produzioni a basso valore aggiunto.
Dato per scontato il rallentamento economico della Cina che tenderà progressivamente a decrescere nei prossimi anni, che prima o poi il settore bancario evidenzierà sofferenze sui crediti in aumento e che il settore immobiliare potrebbe ancora deprezzarsi, si rimane dell’idea che si tratta di incidenti di percorso inevitabili per un paese che è cresciuto così tanto e così rapidamente.
Il rallentamento è stato in parte voluto dalle autorità, volte con lungimiranza a spostare il focus del paese dall’export ai consumi interni, al fine di ridurre le differenze economiche tra le diverse aree del paese. Questo richiederà anni e comporterà riforme interne che talvolta l’investitore occidentale ignorerà o capirà solo marginalmente.
A fronte di tutto questo, ci saranno nuove riforme della finanza che interesseranno gli strumenti finanziari e la valuta e che tenderanno ad aprire maggiormente il paese agli investitori esteri.
Per il resto non è vero che la Cina non affronti le inefficienze interne, in quanto sovente ci sono interventi di carattere finanziario (ad esempio costringere le banche a svalutare il valore degli asset o dei crediti), ambientale (come la revoca della licenza alle aziende eccessivamente inquinanti) o come un incremento crescente della tassazione per l’acquisto di case. Tali interventi, talvolta molto decisi, hanno l’obiettivo di spegnere eventuali bolle speculative nel momento stesso in cui stessero cominciando a crearsi.
Insomma, pur con tutte le criticità di un sistema dirigistico, le autorità cinesi sono ben attente ad evitare eccessi e, sovente, intervengono duramente allo scopo di evitare che alcuni squilibri possano degenerare.
In un sistema complesso ma ad elevata crescita come quello cinese, con un paese che da solo consuma quasi la metà della maggiore parte delle commodities, un deprezzamento degli indici azionari come quello degli ultimi 5 anni non sembrerebbe perciò del tutto giustificato.

Il secondo step di questa nota è cercare di fare chiarezza tra i diversi indici azionari della Cina.

Cominciamo con i due indici generali, lo Shangai Composite e lo Shenzhen Composite, che nel 2012 sono ancora in negativo rispettivamente per il 5,31 e l’8,47%.

Osserviamo la performance a 5 anni dei due indici, cui aggiungiamo il CSI 300, un indice che include società quotate su entrambi i due mercati.

A fronte di una performance molto negativa sui 5 anni, gli indici hanno comunque realizzato una performance positiva a 10 anni (soprattutto lo Shenzhen Composite, ma non dobbiamo dimenticare che la Cina è il paese che negli ultimi anni è complessivamente cresciuto di più.

La crescita del PIL negli ultimi 10 anni non è mai infatti scesa sotto il 6% (picchi invece al 12%), con una media annua superiore all’8%.

Anche sull’Exchange di Hong Kong sono quotati due importanti indici azionari che investono su aziende cinesi: l’Hang Seng China Enterprises Index e l’Hang Seng Afflied Corp. Index, sui quali sono quotate rispettivamente le H-Shares e le A-Shares. Le prime sono aziende che hanno attività operative in Cina ma quotate ad Hong Kong dove spesso hanno la sede centrale, le seconde società sono contraddistinte da un controllo di almeno del 30% da parte dello stato o di enti locali.
Generalmente per motivi di Corporate Governance e di trasparenza, il China Enterprises dovrebbe performare meglio.

Per entrambi gli indici la performance a 5 anni è stata negativa, anche se sensibilmente meno degli indici locali.

A 10 anni la performance di questi indici cambia radicalmente ed è enormemente più elevata rispetto agli indici locali, soprattutto per la facilità di accesso degli investitori internazionali. Non deve sorprendere infine che le H-Shares abbiano performato meglio delle A-Shares.

Dal momento in cui negli indici locali sono quotate la maggiore parte delle società quotate anche negli indici di Hong Kong, la discrepanza in termini di performance tra indici che hanno società in comune non ha assolutamente senso.
La principale ragione di performances così differenti risiede nel divieto per gli investitori cinesi di investire fuori dalla Cina e, per gli investitori esteri di investire in Cina, soprattutto a causa dell’inconvertibilità della sua valuta.
Negli ultimi anni la Cina ha cominciato ad aprirsi con diverse riforme in campo finanziario e alcuni investitori esteri qualificati hanno cominciato ad avere il permesso di acquistare azioni di società cinesi quotate sui listini domestici.

La tesi di investimento è che il differenziale di rendimento (e quindi i multipli) tra i diversi indici cinesi è tale che, riuscendo ad acquistare strumenti finanziari che investano sul mercato locale, dovrebbe essere assicurata nei prossimi anni una performance positiva dovuta solo alla chiusura dell’arbitraggio tra i diversi mercati cinesi. Qualora l’andamento degli indici cinesi fosse invece positivo nei prossimi mesi grazie ad un miglioramento delle dinamiche macroeconomiche, l’impatto per l’investitore potrebbe essere doppio se non addirittura triplo, come nel caso di un investimento a cambio aperto.
E’ infatti opinione abbastanza diffusa che la valuta cinese possa continuare nei prossimi anni a rivalutarsi contro dollaro e contro euro.

Un ragionamento sui multipli dei singoli indici andrebbe fatto, sebbene sovente possano non essere coerenti con le performances stesse degli indici.
Se i P/E dei due indici di Hong Kong sono di 13,8X e 9,26X sulle stime 2013 rispettivamente per le A-Shares e le H-Shares, sugli indici locali sono 17.37X per lo Shenzhen Composite e 9.9X per lo Shangai Composite.
Il CSI 300 con 10.59X di P/E attesi, sembra un buon compromesso, essendo composto da aziende quotate sui due indici primari in Cina.

Riassumendo, sembra efficiente cercare prodotti che abbiano come benchmark e che investano sullo Shangai Composite o, in alternativa, sul CSI300.
Altrimenti, come seconda scelta dati multipli allettanti, si potrebbe prendere in considerazione il China Enterprise anche se oltre il 50% dell’indice è composto da banche e assicurazioni che hanno sì multipli bassi, ma che potrebbero avere non poche problematiche in bilancio.

Tra gli ETF quotati in Italia si segnalano il Cs ETF On CSI 300 (ISIN IE00B5VG7J94) e il Db X-Trackers CSI300 Index Etf (ISIN LU0779800910) che investono sul CSI300.
Entrambi gli ETF non sono particolarmente efficienti, in quanto hanno volumi giornalieri contenuti e spreads circa dell’1%.
In caso di investimento di lungo termine, queste inefficienze diventerebbero marginali.
Da notare che entrambi gli ETF quotano con un premio (rispettivamente il 5 e il 3%) sul NAV.



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super1341
lun dic 17 2012, 06:37
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Registrato il: ven mag 06 2011, 11:29
messaggi: 202
Russia:

per chi lavora sui fondamentali con un'analisi bottom up non per traders mordi e fuggi:
esiste un mercato dove c'e' uno sconto ancor piu' grosso di quello di shangai è quello russo, un tema su cui ci lavoro da maggio 2012.
drivers:
lo scarto di valutazione rispetto ai mkt emg del 45%( dovuto al riskio geopolitico- putin e banda)
mancata correlazione tra indice rts e prezzo petrolio( storicamente correlato)
accelerazione delle spese dell'infrastrutture speciali ( apec 2012- sochi 2014- kazan universiadi- coppa del mondo 2018 pari a 46 mld di dollari da qui al 2018)
previsto aumento degli investimenti privati
entrate pari a 500 mln daily da petrolio e gas
russia maggior nazione ricca di risorse tra gli emergenti
incremento del pil programmato dal governo in invEstimenti.
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super1341
lun dic 17 2012, 06:39
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Shanghai composite e Stoxx600 basic resources:

A proposito della sovraperformance dell'indice cinese e su come investirci nel medio-lungo periodo, ho appena dato un'occhiata ad un grafico che segnala la correlazione quasi perfetta nel 2012 tra l'indice cinese e quello delle azioni europee delle risorse di base (i motivi della correlazione sono abbastanza ovvii).
Per cui ho pensato che invece di investire direttamente negli etf che replicano l'indice cinese, si potrebbe avere un risultato analogo investendo in uno dei 3 etf quotati sull'mta sulle basic resources europee. Tralaltro in questo caso non si avrebbe neanche il problema del rischio cambio.
http://www.borsaitaliana.it/borsa/etf.html?name=basic&lang=it&search=1 (da un'analisi sommaria il più liquido mi sembra di gran lunga il Lyxor).
Quest'idea di investimento si collega benissimo alla sovraperformance nell'ultimo quadrimestre dei mercati europei ed emergenti rispetto ai mercati usa di cui ho parlato nel forum.

fondamentalmente ci sta' come proxy e un'azione che è correlatissima ai cinesi è Arcelor Mittal che recentemente ho comprato.
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super1341
dom dic 23 2012, 02:27
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messaggi: 202
Cambio Sterlina/Dollaro
Stamtattina ho dato un'occhiata a questo video su Elliott Wave International (http://www.elliottwave.com/club/FXCM-USD-Video-12-17-12.aspx?code=66863) - per vederlo bisogna avere un account gratuito - e nella loro prospettiva generale di un forte apprezzamento del dollaro nel 2013, mi sono soffermato in particolare sul cambio gbp/usd che ha una struttura grafica interessante.
Visto che conosco pochissimo la teoria di elliott questo post ha la funzione di chiedere un parere agli esperti della teoria (fmaggioni o chi altro vorrà cimentarsi) sulla struttura bearish del grafico weekly, in particolare per quanto riguarda il target finale ribassista.
Questa è una sintesi di come l'ho capita io: si è conclusa onda A in area 136 e ora si sta completando onda B contro trend con la formazione di un triangolo (ABCDE), di cui si sono completati i 4/5 e ora dovrebbe formarsi un max (E) che dovrebbe superare il max dell'altro giorno a 1.6304 ed arrivare probabilmente (mia interpretazione) almeno in area 1.6410 (38.2 fibo di onda A e margine superiore del triangolo) ed in ogni caso perchè la configurazione sia corretta, non dovrebbe esserci overlapping di (C) del triangolo in area 1.6730/40.
Dal max in (E) dovrebbe esserci nel 2013 una fortissima discesa che dovrebbe completare onda C sotto 1.30.
Questo è il grafico tratto dal video: http://imageshack.us/photo/my-images/835/gbpusdweekly.jpg/
Posto che lo short di lungo potrebbe essere molto profittevole, chiedo 2 cose:
1) se siete d'accordo sull'analisi, anche perchè un altro esperto di Elliott (Caldaro) dà una visione parzialmente diversa (http://imageshack.us/photo/my-images/255/gbpusdweekly.png/
2) quale potrebbe essere il target finale secondo la vostra analisi di onda C ribassista.

Grazie e buon Natale!
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super1341
lun dic 24 2012, 09:32
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Registrato il: ven mag 06 2011, 11:29
messaggi: 202
Riepilogo dei temi di investimento finora:

1) long Shanghai composite e/o Stoxx600 basic resources (Arcelor Mittal in particolare);
2) spread long Shanghai, short sp500;
3) long Russia;
4) long Coffee (prematuro, monitorare candela di inversione daily in area 140-145 oppure ritorno in area 125, sma200 monthly);
5) short gbp/usd (prematuro)
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Moderatori: Antonio Lengua, ilfalco, Alexandro.Oioli, Giovanni.Cuniberti

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