Un giorno, in campagna, un gruppo di cinque amici matti si intratteneva in amabili conversazioni, seduto su di una panchina a prendere il sole.

D’un tratto passò davanti a loro una fiumana di gente che era contenuta in almeno cinque chilometri di strada. Pensarono bene di accodarsi atteso che - fu il loro ragionamento - se tante persone vanno in una certa direzione probabilmente ci sarà qualcosa di molto interessante da fare o da vedere.

Iniziarono a camminare verso sud lungo un sentiero sterrato e qualche volta si dovettero mettere a correre forte perché così faceva il gruppo e dopo aver fatto insieme un lungo tratto di strada arrivarono alle loro orecchie notizie che i leaders del gruppo non avevano chiara la direzione da prendere: giunti ad un determinato punto, qualcuno fra questi ultimi pensava che non ci fosse più davanti a loro né strada né approdo interessante e che fosse opportuno tornare indietro per un altro sentiero.

Percorso un buon tratto in direzione contraria, in salita, verso nord, lungo questo nuovo sentiero, tra i leaders si sviluppò un acceso scambio di vedute, che occupò anche lo spazio di qualche giorno.

Qualcuno, che alla fine prevalse, pensava che, in considerazione del lungo viaggio già effettuato, fosse il caso di verificare per bene se ci fosse ancora strada da fare nella direzione originaria e che non sarebbe stato il caso di tornare indietro con questo dubbio.

Inoltre il nuovo sentiero intrapreso era pieno di insidie e trabocchetti, trappole e buche imprevedibili e insospettabili e consigliava di non proseguire oltre.

E così tornarono tutti indietro. Fu esaltante per le rinnovate prospettive di direzionalità ma molto molto faticoso e arrivati nuovamente al punto di prima si sollevò la protesta di qualcuno che gridava a gran voce di averne avuto abbastanza.

A quel punto i nostri amici matti avevano un bel grattacapo da risolvere perché non sapevano cosa fare, avevano sì sentito voci ripetute ed insistenti di alcuni che erano convinti che proseguire su quel sentiero verso sud fosse l’unica cosa giusta e sensata per uniformarsi a quello che credevano avrebbe deciso di lì a breve la maggioranza, ma gran parte della folla rimaneva silenziosa pur sembrando lecito ritenere che avesse certamente già assunto una decisione sulla direzione da intraprendere.

Decisero di seguire il consiglio di uno che pareva molto sicuro di sé e che avendo colto la frantumazione del disegno della maggioranza e l’evaporazione di ogni proposito di prosecuzioni ulteriori verso sud, li aveva pertanto avvertiti di non proseguire in quella direzione perché a breve la maggioranza sarebbe andata nella direzione contraria e avrebbe certamente fatto un tragitto che li avrebbe portati tutti quanto meno ad una certa quota.

In verità c’era pure un altro che da diversi giorni con il megafono andava tambureggiando di mettersi in marcia verso nord, perché sapeva, non semplicemente credeva, che l’ossigeno andava rarefacendosi, ma era guardato con perplessità da alcuni perché era ritenuto unanimemente un gran maestro ma che poggiava le sue teorie su delle basi a cui si rimproverava, facendogli un gran torto, di non avere una certa armonia con le dinamiche del tempo.

I nostri amici matti, scettici, decisero di sentire lo zio americano di uno di loro, che gli disse che là, nel continente americano, non sembrava ci fossero dubbi sulla direzione da intraprendere perché in quel momento stavano tutti correndo verso sud baldanzosi e in piena trance agonistica. E, in verità, questa informazione era detenuta da molti che erano perciò convinti che, dopo il riposo del weekend, da lunedì sin dal principio si sarebbe ripreso a correre verso il vecchio sentiero addirittura facendo da subito grandi e portentosi balzi verso sud.

I 5 matti dopo un veloce consulto decisero di dare ragione a quello che gli sembrava aver detto le cose con una certa convinzione e con toni perentori (avevano sentito dirgli: la nuova direzione è quella. Punto!, si arriverà almeno ad una certa quota. Punto!) e si misero ad andare verso nord.

Lasciati soli all’improvviso, dopo essere riusciti a superare il punto dove in precedenza la folla si era arenata ed era tornata indietro, incontrarono una lunga fila di 100 cancelli davanti da scavalcare, ed ebbero una nuova decisione da prendere: tornare indietro o mettersi di buzzo buono e proseguire in avanti. Decisero di proseguire.

Scavalcati i primi 30 cancelli, iniziò fra di essi a serpeggiare il malumore. Arrivati al 50esimo cancello il malumore aumentò e pensarono di aver fatto la cosa sbagliata ma i propositi si ricompattarono e proseguirono.

Ma la fatica era sempre in agguato, pronta ad insinuare dubbi e a fiaccare le certezze: arrivati al 70esimo cancello decisero, dopo un veloce confronto, che ne avevano avuto abbastanza e che fosse il caso di tornare indietro!!!!

Ma i nostri amici hanno grandemente sottovalutato che ovviamente nessuno al mondo, dopo aver, già prima dei cancelli, superato un punto critico, arrivato al 70 cancello di 100 per la fatica decide di non proseguire in avanti e di tornare indietro: sarà mica per questo che i nostri amici sono riconosciuti da tutti come matti?