negli ultimi giorni abbiamo assistito ad un cambio di alcune variabili fondamentali di riferimento : il petrolio e l euro. - Il petrolio ha abbandonato già da un po il 50, e staziona sotto questo livello (sarà importante la riunione Opec del 25 maggio a vienna, e le elezioni politiche in Iran questo week end : se il nuovo presidente non rispettasse gli accordi con gli USA, potrebbe scattare di nuovo il divieto di export dell oil, con ricadute immediate sull offerta di petrolio, quindi del prezzo : da lunedi si capirà meglio che piega prende questo importante evento)
- L euro negli ultimi due giorni ha cominciato a recuperare terreno, piu per debolezza del dollaro (il dollar index è sceso sotto 99) che per forza dell euro.
Queste due variabili pesano nello scenario inflattivo della bce, e quindi nelle decisioni del board. Nello scenario presentato da draghi nella riunione dell 8 marzo, si faceva riferimento a questi valori previsivi : prezzo oil : 56.4 2017, 56.5 2018, 55.9 2019 eur/usd : 1.07 per tutti i 3 anni in base a questo, si stimava un rendimento medio dei bonds decennali eurozona 1.3% 2017, 1.6% 2018, 1.9% 2019 Con l oil in discesa e l euro in salita, l inflazione da materie prime importate si riduce. La data del 16 maggio segna la fine del periodo di rilevazione degli aggregati che sono presi in consideraizone per le nuove previsioni del 8 giugno (era ieri). E' probabile che la bce abbassi il prezzo medio del barile di petrolio, e alzi l euro. Secondo alcuni economisti, questo potrebbe ridurre di circa 0.1 il rendimento medio dei bonds decennali eurozona. tutto sommato , un impatto contenuto. |